Partiamo alla volta di Vicenza,
prima città da attraversare, alla quale diamo una nota di merito per la buona
segnaletica grazie alla quale, siamo usciti in un attimo prendendo la statale
giusta senza dover tribolare.
La segnaletica ci ha aiutato ma non ha
fatto lo stesso il vento che guarda caso, soffiava contrario, e tanto meno i quattro
salti in padella che è stata la nostra cena di ieri molto probabilmente troppo
pochi per recuperare e darci un po' d’energie oggi. Così ci siamo fermati in un
bar di un distributore e abbiamo mangiato una briosh e un panino, molto utili
visto la ripresa di energie avuta.Verso metà mattinata le nuvole se ne vanno
lasciando il posto a un caldo sole che ha portato la temperatura a 32°. Ecco qui
la mia idea, invece di seguire le indicazioni per Padova vedo sulla cartina una
bellissima strada tutta diritta e quindi, per logica, doveva essere meno
complicato e anche un po' più corto che passare Padova per andare a Mestre. Così
prendiamo questa strada ma tra la scarsità di indicazioni e soprattutto i
lavori in corso, abbiamo iniziato a gironzolare senza capirci più nulla. Così
chiediamo indicazioni a una signora che ci spiega che siamo nel reticolo romano
e che per questo continuiamo a gironzolare, così c’indica la strada. Noto
subito che le indicazioni stradali avevano i nomi delle varie frazioni ma mai
di Mestre bensì sia una città. Pensate siamo entrati in paese e non ce ne
siamo neanche accorti, io il cartello non lo ho visto e mi sorge il dubbio che
ci fosse.
Ci siamo fermati in un campeggio vicino all'aeroporto Marco Polo a circa 8 km
da Venezia, domani valuteremo se tornare indietro per visitarla nonostante la
tappa già impegnativa vedremo.
La pausa pranzo di oggi l'abbiamo fatta a Piazzola del Brenta, paese
molto bello, con una bellissima piazza e un fantastico parco ombreggiante
e tranquillo.
Oggi tappone! Questa mattina siamo
partiti in ritardo perché pioveva, e ha continuato per i restanti 120 km circa,
poi il tempo ci ha graziato facendo uscire un pallido sole.
Non abbiamo molto da raccontare se non che abbiamo pedalato tutto il giorno,
tranne per alcune fermate per mangiucchiare qualcosa e bere un the caldo per
combattere contro l'umidità che perseverava. Alle 18 arriviamo a Trieste ma
decidiamo di proseguire arrivando in un campeggio proprio sul confine con la
Slovenia. Piazziamo la nostra tenda bagnata perché non abbiamo potuto farla
asciugare durante la giornata, ma cosa più bella che mentre ceniamo ricomincia
a piovere.Spero che la tenda, già bagnata, sopporti anche tutta l'acqua di
questa notte e spero anche che domani non sia un'altra giornata all'insegna
dell'acqua
Oggi la nostra meta è Pola dove ci
aspettano gli zii di Roberto per ospitarci da loro un giorno e due notti.
Abbiamo passato la Slovenia, molto bella, con delle piste ciclabili favolose. I
cartelli sono tutti a sfondo giallo mentre da noi solo quelli dei lavori in
corso e dove nei bar se fumano non possono servire da mangiare, così prendevamo
il cappuccino al bar e se si voleva la briosh si doveva andare in negozio molte
volte accanto allo stesso bar.La strada dei continui sali e scendi giusto per
rompere il ritmo.
Per arrivare a Pola abbiamo seguito la costa e ad un certo punto notiamo una
bellissima lingua di mare rientrante dove i turisti lo risalivano con un
battello mentre quelli che arrivano dalla nostra stessa strada possono ammirare
la bellezza di tutto il canale da una torretta alta proprio su di lui,
giustamente era a pagamento ma una stupidata. Abbiamo scattato delle belle foto
e ammirato un fantastico paesaggio poi si riparte. Ma qui il paesaggio è
veramente stupendo e invitante che non si può evitare di fermarci a fotografare.
In fondo questi viaggi noi li facciamo per visitare i Paesi che attraversiamo,
non per stabilire qualche record.
Altra cosa che ci dobbiamo abituare, oltre al fumo nei locali pubblici, l'uso
di una moneta non nostra, continuando a fare il cambio per capire quanto costa
la roba.
Arrivati a Pola abbiamo incontrato lo zio di Roberto davanti all'arena e ci ha
accompagnato a casa sua dove siamo ospitati benissimo, un ringraziamento va a
loro che ci hanno ospitato in modo fantastico mettendoci a disposizione la loro
casa e ogni comodità
Oggi giornata di relax e
visita alla città di Pola.
Abbiamo potuto ammirare la bellissima Arena anche al suo interno, la chiesa
poco più in la e i resti romani nella piazza della città rinvenuti da poco.
Una bella città, interessante.
L'ospitalità è fantastica e si mangia veramente bene anche se ci sono delle
diversità rispetto a noi.
Ho scoperto che quando cucinano la pastina, il brodo lo cuociono a parte e la
pasta dall'altra.Ci sono degli affettati strani, delle grosse salsicce, un incrocio
tra il nostro prosciutto cotto e il wurstel, molto buono.Questo lo mangiano
anche per colazione insieme a yogurt, marmellate ecc..
Ho scoperto inoltre che il peperone è chiamato paprica e che da loro è di un
giallo chiarissimo.
I dolci sono spettacolari.
A cena sono venuti altri parenti per poterci incontrare e parlando delle nostre
tappe successive, Refko ci ha dato delle dritte per percorrere meno chilometri
e meno sali e scendi.Preso tutti gli appunti che ci servivano andiamo a dormire
poiché la mattina la sveglia è presto
Questa mattina piovigginava ma
nonostante questo e l'invito della zia a rimanere, siamo dovuti partire, il
nostro viaggio continua.
Così seguiamo i consigli di Refko e ci dirigiamo verso Divigno per andare verso
l'interno invece che stare sulla costa. All'altezza di Jmin abbiamo trovato un
cagnolino abbandonato, avrà avuto circa due mesi, tutto bagnato, non ho saputo
resistere mi sono fermata e dopo avergli dato da mangiare ho svuotato una sacca
davanti e lo ho infilato dentro portandolo con noi.Non è stata un'impresa da
poco, perché poverino aveva paura e voleva saltare fuori dalla sacca. Anzi a
dire il vero mi è saltato fuori rischiando di farsi schiacciare da me stessa.
La mia fortuna è che si è messo a piovere così si è rintanato nella sacca e si
è messo a dormire. Arrivati a S. Caterina ci siamo fermati in un negozietto a
fare uno spuntino, e così abbiamo dato da mangiare e da bere anche a lui.Abbiamo
poi comperato degli stracci per poterlo asciugare. Tutte le volte che lo
tiravamo fuori dalla sacca il problema era farlo stare dentro quando
ripartivamo, lui non voleva più starci, in braccio era più bello, il problema è
pedalare con una bici carica e con in braccio un cane, cosa impossibile.
Chi ci vedeva rideva stupito della singolare sacca per cane pensando che era
nostro, ma non sapevano che la realtà era tutta un'altra, addirittura ci hanno
fotografati!
Era un cucciolo stupendo, ma dalle zampe si capiva che sarebbe cresciuto molto.
Fortunatamente ha dormito parecchio nella sua nuova cuccia, così siamo riusciti
ad arrivare a Rijeka, più comunemente chiamata dagli italiani Fiume.
Il nostro problema non era solo il trasporto ma anche come superare le varie
frontiere con un cane senza libretto sanitario e quindi senza vaccinazione,
così volevamo trovare un veterinario per chiedere consiglio e nel caso non ci
fosse soluzione lasciarlo per un’eventuale adozione, anche se questo non ci
piaceva molto come soluzione.
Ci fermiamo così in un bar per chiedere informazioni per trovare un
veterinario, ma visto l'abbigliamento e il carico sulla bici, la domanda della
barista è nata spontanea, cosa ci serviva un veterinario? Cosi abbiamo spiegato
la situazione, e questa ci afferma che se si lascia al veterinario questo dopo
un mese, se non trova da affidarlo, lo sopprime. Ma che in caso c'è un’associazione
che si occupa di queste cose di rivolgerci a loro. La sfortuna è che oggi è
festa e non troveremmo nessuno così la ragazza si offre per tenerlo lei e poi
portarglielo, ma un signore presente alla scena lo ha coccolato e ha poi deciso
che lo avrebbe preso lui, le sue bambine hanno sempre sognato un cucciolo, gli
avrebbe fatto una sorpresa. Non ci rimane che dargli le crocchette che avevamo
comprato e chiedere per un campeggio ed andarcene.
Devo ammettere che la cosa non è stata facile, ormai c’eravamo affezionati e
anche lui a noi ma purtroppo lo avremmo solo fatto soffrire, il viaggio è
ancora lungo e non sappiamo ancora cosa ci aspetta, almeno così possiederà una
casa. Mi stavo dimenticando, lo hanno chiamato Tempo, hanno detto che in lingua
croata suona bene.
Seguendo le indicazioni datoci troviamo un campeggio fuori città.
Questo sarà l'evento di questo giro che non dimenticheremo mai, e quel cucciolo
rimarrà sempre nel nostro cuore.
Intanto ricomincia a piovere e non possiamo neanche farci un piatto di minestra,
così la nostra cena è carne in scatola, molto similare a quella per cani, ma la
fame fa chiudere gli occhi e mangiare anche quella.
Oggi abbiamo tentato di continuare
via costa, il tempo è stupendo ma il vento è molto forte.La strada è stretta e
il vento ci fa sbandare in modo molto pericoloso abbiamo dovuto anche fermarci
più volte per non farci investire.
Il panorama è fantastico e l'isola di Krk vista da qui sembra un paesaggio
lunare.
Il vento non si calma così decidiamo di abbandonare la costa e di portarci
verso l'interno. Arrivati a Senj proseguiamo verso Otocac.
Superiamo così una salita molto lunga e una volta scesi dall'altra parte,
davanti a noi, si presenta uno spettacolare altopiano, con case sparse e terreni
coltivati. Qui non parlano l'italiano, anche perché il turismo di massa si
ferma più che altro sulla costa ma ci facciamo capire lo stesso.
Trovato un negozio abbiamo preso i viveri per la cena, dell'acqua, il pane, due
scatole di Rio Mare tonno e ripartiamo per Otacac.
A circa cinque km dal paese ci fermiamo in un prato un po' riparato alla vista
dalla strada, speriamo che non arrivi nessuno.
In questa giornata abbiamo incrociato due matrimoni, anche qui si usa suonare
il clacson passando in centro dei paesi e attaccare palloncini alla macchina,
ma si usa anche sventolare la bandiera della Croazia, sembrava quasi che avessero
vinto una partita di calcio.
I km d’oggi sono solo 101, ma il vento e la lunga salita per rientrare verso
l'interno ci ha permesso di fare solo questo.
Fino a qui sono circa 948 km.
Questa mattina abbiamo incontrato
una ragazza in bici con le sacche, lei però si è diretta verso la costa noi
invece siamo rimasti all'interno fino a Sibenik.
Arrivati a Novigrad abbiamo sbagliato strada scendendo in paese, convinti che
si poteva proseguire la strada anche da lì. Invece sorpresa siamo dovuti
ritornare indietro facendoci una bella salita. Va bèh ormai quello che è fatto
è fatto, così ci mettiamo a fare colazione e ci godiamo il bellissimo paesaggio
e poi ripartiamo. Tra campi d'uva arriviamo a Benkovac e qui abbiamo un attimo
di smarrimento. Volevamo percorrere la 56 per andare a vedere un parco, ma chi
ci ha dato le informazioni ci ha indicato la strada più corta per
arrivare a Sibenik che è la strada 27. Peccato ma questi sono gli inconvenienti
quando si parla a gesti. Arrivati a Sibenik decidiamo per passare all'interno perché
per la costa è troppo lunga, ma l'inconveniente sono i 30 km in salita. A
Sibenik abbiamo sbagliato ad un incrocio, ma questa volta è stato un bene così
abbiamo trovato un centro commerciale grosso dove Roberto ha trovato dei
pattini per la sua bici che li ha completamente consumati. Oltre a questo anche
il temporale che ci ha preso durante la pausa pranzo che abbiamo fatto sotto
una tettoia di una fermata del pullman, senza prendere neanche una goccia
d'acqua.
Una volta finite le salite si poteva vedere il mare in un panorama fantastico.
Da Trogir a Split tutte isole sparse ma vicine, un panorama fantastico.
All'interno del paese da Posedaje a Sibenik le case portano ancora i segni di
pesanti bombardamenti. Per la prima volta ci capitano due ragazzetti su di un
balcone con un fucile a piombini e questi prendono la mira e ci sparano, meno
male che non avevano molta mira.
Il campeggio è un posto tranquillo e qui troviamo anche diversi italiani, sulla
costa il turismo è molto sviluppato, cosa contraria all'interno.
Ah stavo dimenticando, nelle zone all'interno abbiamo giocato con dei bambini
del posto, loro ci seguivano in bici e ci superavano divertendosi molto, si
divertono con poco. Hanno delle bici tutte scassate e senza freni, ma per loro
quello è un gioco fantastico.
Questa tappa la speravo più lunga
ma visto che poteva andare peggio non mi lamento. Il problema delle donne è uguale
ogni mese e quando si organizza un giro come questo bisogna metterlo in conto
prima di partire.
Poteva andare peggio, visto che secondo i calcoli doveva capitarmi
in Albania, invece mi è successo in Croazia in un bel campeggio pulito.
Non ho molto da dire se non che coglieremo l'occasione per fare bucato e per
sistemare le bici.
Oggi siamo rimasti in campeggio e come già detto abbiamo sistemato le bici, il bucato ecc.. Riposandoci, non si sta mica male, ammetto che così siamo veramente in ferie.
Giovedì 10 agosto 2006 Dugi Rat - Admiral Slavo 155 kmAnche oggi è capitato di tutto di
più, ma siamo riusciti ad arrivare in Montenegro. Inizio da questa mattina.
Dopo vari sali e scendi siamo arrivati a Dubrovnik, una città dove la parte vecchia
è molto bella. Fatta qualche foto siamo ripartiti alla volta della frontiera
che giustamente è in salita e con vento contrario, che rompe le scatole più
delle salite.
Abbiamo salvato anche una tartaruga, sembriamo i buoni samaritani.
La prima parte di Montenegro è tutta in piano e se il vento non ci soffiasse
contro renderemmo molto di più.
Oggi per la prima volta abbiamo usato un mezzo di trasporto che non è la bici,
ma un traghetto. Non abbiamo barato; non preoccupatevi.
Guardando la cartina abbiamo notato che la strada faceva un giro strano per
seguire la rientranza del mare per poi ripassare quasi a fianco della strada su
cui eravamo noi, sarebbe bastato un ponte. Arrivati nel punto dove le due coste
sono più vicine abbiamo visto il traffico in coda per prendere il traghetto,
tutti, macchine, pullman, camion, moto e così anche noi, ma vi assicuro che è
stata l'unica volta e non abbiamo neanche tagliato tanti km.
Sia qui in Montenegro che in Croazia devo ammettere che i guardrail non sanno
bene cosa siano, si trovano poche volte.
Il bello di questo Stato è che usano l'euro come moneta e che benzina e
mangiare costa meno che da noi.
Budra è una grossa città e molto turistica dove la vita notturna è molto
apprezzata.
Questa mattina ci siamo svegliati
e pioveva, così siamo partiti in ritardo, abbiamo fatto colazione vicino al
campeggio con delle buone briosh fresche tra giovani ancora in giro dalla sera
prima e anche ubriachi.
Dopo pochi km dalla partenza siamo stati accolti da una bella sorpresa, la
strada per Podgorica era tutta in salita, abbiamo risalito una montagna e l'orologio
segnava 600 mt d'altitudine. Ma tutte le salite finiscono alla fine e così
siamo riusciti ad arrivare in cima e finalmente a scendere. Siamo arrivati così
su di un lago che abbiamo costeggiato tutto.Un bellissimo posto.
Ripartiamo per la frontiera con l'Albania, ma non ho ancora capito se c'è una
frontiera anche sulla costa.
Seguendo i cartelli stradali siamo arrivati in una strada molto stretta in
mezzo ad un bosco così ci siamo fermati per consultare una cartina ma un
signore ci ha urlato " Albania sempre dritti."Continuiamo e Roberto
fora, il cambio gomme più veloce della storia.Arrivati in frontiera troviamo
molti tir e camion in coda, devo ancora capire da dove siano passati quelli.
Per passare bisogna pagare un Visto di 10 € a testa per il visto e così siamo
in Albania. Devo ammettere che siamo tutto tranne che tranquilli. Addirittura
molta gente usa ancora il calesse come mezzo di trasporto. All'entrata della
prima città la strada diventa una sterrata piena di buchi e acqua, traffico
ovunque, sembra di essere in un film. Fino ad ora non siamo riusciti a trovare
un ufficio di cambio così abbiamo prelevato ad un bancomat.Adesso dobbiamo
cercare un posto dove dormire.Passiamo le vie della città con l'imbrunire e le
strade sembravano un bronx. Da ogni angolo uscivano ragazzi che ci urlavano
frasi incomprensibili.Usciti dal paese ci siamo infilati in uno stradino e
abbiamo piazzato la tenda in un campo un po' nascosto.
Speriamo che domani vada meglio.
Inizio a raccontare la giornata
dalla notte poiché questa è stata un po' movimentata. Poco lontano da dove
eravamo c'era un tendone dove stavano facendo una festa, pensavamo fosse una
sagra estiva come da noi e non ci abbiamo dato peso.Finito di scrivere gli
appunti della giornata mi sono addormentata subito nonostante la musica che
proveniva dal tendone. Ma durante la notte veniamo svegliati da degli spari e
delle voci vicino alla tenda.Non vi dico che paura, invece poi mi sono
ricordata che hanno come usanza nei matrimoni di sparare. Mi avevano avvisato,
festeggiano e ogni tanto, il motivo giusto non lo so, sparano dei colpi in
aria, forse al posto dei fuochi d'artificio. Le voci invece erano di qualcuno
che tornava a casa dalla festa e passava di lì per andare a casa. Molto
probabilmente vista la tenda si sono messi a parlare tra loro ma nessuno si è
avvicinato o ha fatto qualcosa a noi o alla tenda.In ogni caso inutile dirlo,
non ho più chiuso occhio.
Alla mattina ripartiamo e il sole non tarda ad arrivare. Iniziano i problemi,
Roberto buca di nuovo e il vento si mette a soffiarci contro. Le strade
principali che portano alla capitale e a Durazzo sono migliorate ma per il
resto sono ancora in alto mare. Nella pausa pranzo ci siamo fermati in un negozio
alimentari e abbiamo conosciuto una famiglia che durante l'anno vive a Vicenza
e per le ferie ritorna a casa. Parlando abbiamo chiesto se per caso c'è una
frontiera per la Grecia sulla costa ma come avevo già capito dalla cartina non
c'è e purtroppo bisogna lottare con le montagne.
Ringraziamo e ripartiamo per la nostra meta. Arrivati a Kavaje una coda
infernale di macchine, guidano come pazzi la strada a due corsie si trasforma
in quattro con una ruota sulla terra e si superano come dei forsennati.
Ci siamo dovuti fermare sotto una tettoia di un distributore di benzina in
costruzione perché è arrivato il diluvio con un forte vento. La tettoia è alta
e il vento dà una mano a fare arrivare l'acqua fino a noi. Fa freddo e Roberto
mi abbraccia per potermi scaldare, ma da una macchina lì vicino scende un
ragazzo e ci fa capire che è dovuto scendere perché alla sua mamma da fastidio
il fumo, ci chiede di dove siamo e una volta detto che siamo italiani questo ci
dice che lui vive in Inghilterra ma che sua sorella conosce bene l'italiano,
poi saluta e torna in auto. Dopo un attimo sempre dalla stessa macchina scende
una ragazza, parla l'italiano e c’invita a salire in auto con loro per
ripararci dal freddo e dall'acqua, tanto anche loro sarebbero ripartiti finita
la pioggia. Noi abbiamo ringraziato ma non abbiamo accettato, in caso
aumentasse il freddo ci saremmo coperti, di non preoccuparsi. Lei insiste un
po' e quando vede che non vogliamo disturbare mi porge il suo scialle così
posso scaldarmi. Un gesto bellissimo che mi rimarrà impresso nella memoria per
tutta la mia vita ed è il gesto che mi ha dato la conferma di quello che ho
sempre pensato, in qualsiasi paese c'è il buono ed il cattivo, e che non si può
farne di tutta l'erba, un fascio. Adesso che inizio a capire come funziona qui
non sono più spaventata come prima, ho la stessa precauzione che negli altri
Paesi, compresi l'Italia.
Per quello che abbiamo visto fino ad ora ci sono zone più povere altre un po'
meno, le strade non sono in un bello stato e la gente ha ancora l'abitudine di
buttare l'immondizia giù per le rive fuori casa ma in fondo anche qui era così.
Ma quello che posso affermare che tutte le volte che ci fermiamo a chiedere a
qualcuno informazioni siamo sempre stati aiutati, anzi se la persona che fermavamo
non era sicura chiamava qualcun altro e via dicendo, non possiamo lamentarci.
Anzi vi dirò di più, poco prima di entrare in Albania c’eravamo fermati ad un
incrocio per vedere se la strada era giusta, passa una macchina e si ferma poco
più in la e il conducente ci viene incontro per farci i complimenti e per
chiederci se avevamo bisogno di qualche cosa. Tutte queste cose mi hanno
risollevato il morale.
Oggi ho anche avuto un piccolo problema, mi sembrava d’avere qualcosa in gola e
pensavo che fosse una spina o dell'origano che cera sulla bistecca mangiata a
mezzogiorno. Fatto sta che questa sera mi faceva veramente male e chiedo a
Roberto se per favore mi guarda che cos'è, così saliamo in camera dopo (finalmente
siamo in un hotel) e mi guarda con una pila. Sorpresa ho una spina conficcata
in gola, così prende delle pinzette, e.... sorpresa..... mi estrae una grossa
spiga di grano. Si avete letto bene, non so come ho fatto ma sono contenta che
sia riuscito a toglierla. Magari ieri mentre mangiavo nel campo mi è finita dentro
nel piatto e visto che mangiamo all'aperto non mi stupisce.
Stavo giusto dicendo che siamo in albergo, finalmente. Non se ne vedono molti
tranne che su questa strada e anche alberghi molto belli.
A conferma della mia teoria sui matrimoni abbiamo incontrato tantissimi cortei
con gli sposi e alberghi e ristoranti con banchetti nuziali.
Anche oggi ne sono successe delle
belle. Inizierò a raccontare della superstrada che abbiamo fatto in bici.
Stavamo pedalando tranquilli quando ad un certo punto la strada diventa a due
corsie per senso di marcia e all'inizio di questa un bellissimo cartello blu
con raffigurata, una macchina, di solito sta ad indicare strade per auto. Proseguiamo
lo stesso e arrivati in un paesino, dopo un incrocio, la strada ritorna a due
corsie con un bel cartello come da noi all'inizio delle tangenziali o super
strade e quindi con un bel divieto a bici, pedoni, ecc.. Controllo sulla
cartina e... non ci sono molte vie da poter sbagliare, quella era la strada che
dovevamo fare noi e non ho visto altre possibilità. Non sono molto convinta
metti che ci sia qualche altra strada da fare se ci fermano che casino verrebbe
fuori, così ritorniamo in dietro ad un distributore di benzina e chiediamo
informazioni ma ci viene risposto che siamo sulla strada giusta di proseguire
pure, nello stupore gli ho fatto notare che il cartello proibiva il transito
alle bici e il benzinaio mi ha risposto che non avevo altra scelta era l'unica
strada. Così un po' preoccupati proseguiamo il nostro viaggio notiamo, con un
po' di stupore che la gente aspetta il pullman su quella strada e per passare dalla
parte opposta scavalcano le divisorie di cemento e attraversano, ma notiamo
anche che ci sono le entrate e le uscite dalle case private che s’immettono
direttamente lì. Quel cartello dei divieti non ha senso. Ogni tanto la strada
terminava in un incrocio e poi riprendeva ad essere super strada ma non ha
veramente senso. Non si può mettere questi divieti e non costruirgli una strada
alternativa.
Ad un certo punto incontriamo una pattuglia di poliziotti e siccome non ci
hanno fermato ho capito che quella strada per loro ha un valore del tutto
normale.
Ad un certo punto la strada finisce e torna ad essere stretta come prima con
dei buchi disumani, e i lavori in corso per la costruzione della continuazione
della super strada, questa fatta con l'aiuto dell'Italia.
Arriviamo in un paesino e la strada è completamente sterrata, acqua e buchi
ovunque, ai lati cumuli di ghiaia che serve per chiudere i buchi che si formano
al centro.
Oppure dove la strada è asfaltata i buchi sono chiusi con il catrame dove sotto
il sole si è trasformato come colla.
Vlore invece è una grossa città di mare, qui la vita rispetto all'interno
cambia, si trova di tutto dal super - market al negozio di vestiti firmati, a
quello di telefonia ecc.. la gente ha la sua vita normale va in spiaggia con la
famiglia e i ragazzi escono in motorino con la propria compagnia niente di
diverso da altri posti.
Continuiamo per Orikum costeggiando il mare, qui la strada è bella e anche
l'acqua del mare è pulita.
Usciti da Orikum e percorsi alcuni km le cose cambiano, si ritorna tra le
montagne, ricompaiono le mucche e nel torrentello a lato della strada le donne
lavano i panni, l'acqua non so da dove arrivasse ma aveva una bella corrente.
Arrivati ad un certo punto la strada inizia a salire ma questo lo sapevamo già,
domani ci attende una super salita così cerchiamo di portarci più avanti
possibile per pedalare con il fresco l'indomani e superare il monte. Così dopo
un po' abbiamo cercato un posto per dormire e dopo vari tentativi abbiamo trovano
una strada sterrata sopra di quella che stavamo percorrendo, un bel posto con
una magnifica vista e allo stesso tempo eravamo riparati dalla strada.
Devo dire che oggi è stato il
contrario di ieri. Siamo riusciti ad arrivare in frontiera e a portarci alla
meta della giornata anche qualcosa più in là.
Non pensiate che non abbiamo trovato salite o problemi ma abbiamo viaggiato
bene nei tratti in piano e in discesa che abbiamo trovato.
Siamo quasi riusciti nella nostra impresa e se ci ripenso non ci credo ancora,
ma i festeggiamenti li tengo per quando arriviamo ad Igoumenitsa.
Salite e caldo sono all'ordine del giorno ma i km iniziano a farsi sentire e le
nostre ginocchia incominciano a lamentarsi la dura tappa di ieri ha influito
molto, speriamo non sia nulla di grave.In Albania siamo rimasti anche senza
soldi, gli ultimi li abbiamo spesi per due bottiglie d’acqua e una briosh, la
nostra colazione. Così alla fine di un’estenuante salita ci siamo fermati in un
distributore di benzina e abbiamo cercato qualcosa da mangiare. La crisi era
arrivata e l'unica cosa che avevamo ancora era una scatoletta di tonno a testa,
la fame è fame.Meno male che superata la frontiera abbiamo trovato dei chioschi
che vendono da mangiare e si paga con l'euro così ci siamo rifocillati. Inizia
a farsi pesante il non riuscire a lavarci, anche stasera in Grecia abbiamo
dovuto accamparci alla buona, visto che non siamo riusciti a trovare ne
campeggio ne albergo e purtroppo niente acqua.
Domani vedremo a che ora arriviamo e tentiamo di imbarcarci per l'Italia già la
sera e se no albergo e via.
Sono molto contenta di essere sempre riuscita a rispettare le tappe o in ogni
caso a recuperare i km il giorno successivo, anche quello fa parte del
successo.
Sono stanca e adesso vado a dormire domani ci aspetta l'ultimo sforzo.
ARRIVO!!!! Non ci posso credere
siamo riusciti veramente ad arrivare in Grecia partendo da casa, pioggia,
nebbia, vento, salite, discese, sole cuocente niente ci ha fermato e siamo
riusciti a coronare anche quest’avventura con un trionfo, fantastico.
Abbiamo trovato salite anche oggi e come di regola tutte sotto il sole, ma la
cosa bella è che siamo riusciti a lavarci, magari non come in una doccia ma nel
modo in cui eravamo conciati noi andava bene lo stesso. Nella pausa pranzo, ci
siamo fermati in un paesino e dopo mangiato ci siamo messi a riposare all'ombra.
Ad un certo punto si avvicina un signore e ci chiede se possiamo spostarci che
se apriva l'acqua ci avrebbe bagnato.Vicino a noi c'era una fontana ma non
eravamo riusciti a trovare il rubinetto.Era nascosto in una nicchia nel
monumento.Il signore se n’andò e noi ci siamo lavati. Non è stato molto
decoroso ma non ce la facevo più. Tutti questi giorni senza lavarmi era
diventato insopportabile e così, cercando di recare meno danni possibili, ci
siamo lavati per poi ripartire per la nostra meta. Vi giuro che dopo una lavata
si pedalava meglio.
In fondo ad una bella discesa incontriamo una coppia austriaca, anche loro in
bici, ma oltre al normale carico anche un bambino a testa non molto grandi, i
quali stavano giocando con l'acqua mentre i loro genitori gli preparavano la
pappa. Ci siamo fermati a parlare e prima di andare via gli abbiamo lasciato le
nostre minestre e risotti a loro che non avevano ancora terminato il viaggio, n’avranno
più bisogno di noi. Non li invidio gli aspetta una dura salita e con quel
carico non sarà facile.
In quanto a noi siamo riusciti a trovare i biglietti per la sera stessa e
rientrare in Italia, arriveremo a Brindisi domani mattina.
Siamo molto contenti e non ci sono espressioni per spiegare cosa si prova nel
portare a termine un viaggio simile e non si riesce neanche a spiegare tutte le
sensazioni che si provano mentre si compie, solo chi ha provato può capire, e
per chi non ha provato dico solo che sono emozioni bellissime tutte da provare.