logo Diario di viaggio
                               ( Quarona - Igoumenitsa   2226 km in 17 giorni)

lug29   
Sabato 29 luglio 2006   Quarona - Caravaggio  156 km
E' arrivata un'altra estate e di conseguenza un nuovo giro, ma quest'anno abbiamo grandi progetti, il nostro obiettivo è la Grecia tutta via terra.
Siamo partiti da casa alle 5,30 destinazione Treviglio, ma a Borgo ci siamo fermati per le foto di partenza e per salutare il fratello di Roberto.
A mezzogiorno ci fermiamo a Milano dove per riuscire ad uscire per la strada giusta ci abbiamo messo un secolo perché le indicazioni ci portavano in tangenziale, finendo addirittura a Linate, neanche a Bologna abbiamo tribolato tanto. Va beh inconvenienti, alla fine quello che conta è riuscire ad arrivare dove volevamo.
Per la sera volevamo fermarci in un ostello ma non riuscendoci a mettere in contatto telefonicamente abbiamo preferito dormire in qualche campo. Abbiamo provato ad andare al Santuario di Treviglio, ma questo è tutto cintato dentro e anche volendo chiedere al parroco, non siamo riusciti a trovarlo, così siamo usciti dal paese abbiamo fatto spesa e ci siamo accampati in un campo, dove ci siamo trovati benissimo. Avere dietro un fornello da campeggio ti dà la tranquillità di poterti fermare in qualsiasi posto. Sinceramente è più emozionante e ci si sente più liberi.

jul30  
Domenica 30 luglio 2006   Caravaggio - Verona  128 km 
 Partiti da Caravaggio ci dirigiamo verso Verona seconda tappa del nostro tour, passando da Brescia, Desenzano, Peschiera del Garda ecc...
La pausa del mezzogiorno è stata a Lonato in un agriturismo pedalando fin lì 80 km ma con già vari episodi simpatici.
Dopo aver fatto colazione abbiamo avuto un incontro con una piccola tortora che non riusciva neanche volare così l'abbiamo portata da parte su di un praticello, in modo che nessuna macchina la potesse schiacciare. Ripartiamo destinazione Brescia e ... dopo un attimo foro, che nervoso seconda tappa e ho già bucato iniziamo bene!
Sistemato la gomma ripartiamo raggiungendo finalmente Brescia, bella città tranquilla e facile da girare, così zigzagando per le strade incappiamo in un bellissimo scavo archeologico che riporta alla luce dei resti romani di un edificio con colonne ancore intatte e bellissime.
Trovato un fontanino in un parco ci siamo messi a lavare i piatti e il nostro pentolino, l'inconveniente se non trovi subito acqua.
Riparato la camera d'aria e fatto il nostro riposino ripartiamo per Verona dove una volta raggiunta cerchiamo subito il campeggio.Il primo in cui ci siamo fermati non ci avrebbero aperto il cancello prima delle otto ma noi vogliamo partire prima per pedalare con il fresco così ne cerchiamo un secondo, trovatolo su di una collina nelle vecchie mura della città, troppo bello. Molto disponibili ci hanno lasciato la chiave del cancello, così la mattina potevamo andarcene quando volevamo, purché gli lasciassimo la chiave nella buca delle lettere.

lug31  
Lunedì 31 luglio 2006    Verona - Mestre  137 km

Partiamo alla volta di Vicenza, prima città da attraversare, alla quale diamo una nota di merito per la buona segnaletica grazie alla quale, siamo usciti in un attimo prendendo la statale giusta senza dover tribolare.
 La segnaletica ci ha aiutato ma non ha fatto lo stesso il vento che guarda caso, soffiava contrario, e tanto meno i quattro salti in padella che è stata la nostra cena di ieri molto probabilmente troppo pochi per recuperare e darci un po' d’energie oggi. Così ci siamo fermati in un bar di un distributore e abbiamo mangiato una briosh e un panino, molto utili visto la ripresa di energie avuta.Verso metà mattinata le nuvole se ne vanno lasciando il posto a un caldo sole che ha portato la temperatura a 32°. Ecco qui la mia idea, invece di seguire le indicazioni per Padova vedo sulla cartina una bellissima strada tutta diritta e quindi, per logica, doveva essere meno complicato e anche un po' più corto che passare Padova per andare a Mestre. Così prendiamo questa strada ma tra la scarsità di indicazioni e soprattutto i lavori in corso, abbiamo iniziato a gironzolare senza capirci più nulla. Così chiediamo indicazioni a una signora che ci spiega che siamo nel reticolo romano e che per questo continuiamo a gironzolare, così c’indica la strada. Noto subito che le indicazioni stradali avevano i nomi delle varie frazioni ma mai di Mestre bensì  sia una città. Pensate siamo entrati in paese e non ce ne siamo neanche accorti, io il cartello non lo ho visto e mi sorge il dubbio che ci fosse.
Ci siamo fermati in un campeggio vicino all'aeroporto Marco Polo a circa 8 km da Venezia, domani valuteremo se tornare indietro per visitarla nonostante la tappa già impegnativa vedremo.
La pausa pranzo di oggi l'abbiamo fatta a Piazzola del Brenta, paese  molto bello, con una bellissima piazza e un fantastico parco ombreggiante e tranquillo.


aug1  
Martedì 1 agosto 2006    Mestre - S. Bartolomeo ( Trieste )   175 km

Oggi tappone! Questa mattina siamo partiti in ritardo perché pioveva, e ha continuato per i restanti 120 km circa, poi il tempo ci ha graziato facendo uscire un pallido sole.
Non abbiamo molto da raccontare se non che abbiamo pedalato tutto il giorno, tranne per alcune fermate per mangiucchiare qualcosa e bere un the caldo per combattere contro l'umidità che perseverava. Alle 18 arriviamo a Trieste ma decidiamo di proseguire arrivando in un campeggio proprio sul confine con la Slovenia. Piazziamo la nostra tenda bagnata perché non abbiamo potuto farla asciugare durante la giornata, ma cosa più bella che mentre ceniamo ricomincia a piovere.Spero che la tenda, già bagnata, sopporti anche tutta l'acqua di questa notte e spero anche che domani non sia un'altra giornata all'insegna dell'acqua


aug2  
Mercoledì 2 agosto 2006   S. Bartolomeo - Pola  125 km

Oggi la nostra meta è Pola dove ci aspettano gli zii di Roberto per ospitarci da loro un giorno e due notti.
Abbiamo passato la Slovenia, molto bella, con delle piste ciclabili favolose. I cartelli sono tutti a sfondo giallo mentre da noi solo quelli dei lavori in corso e dove nei bar se fumano non possono servire da mangiare, così prendevamo il cappuccino al bar e se si voleva la briosh si doveva andare in negozio molte volte accanto allo stesso bar.La strada dei continui sali e scendi giusto per rompere il ritmo.
Per arrivare a Pola abbiamo seguito la costa e ad un certo punto notiamo una bellissima lingua di mare rientrante dove i turisti lo risalivano con un battello mentre quelli che arrivano dalla nostra stessa strada possono ammirare la bellezza di tutto il canale da una torretta alta proprio su di lui, giustamente era a pagamento ma una stupidata. Abbiamo scattato delle belle foto e ammirato un fantastico paesaggio poi si riparte. Ma qui il paesaggio è veramente stupendo e invitante che non si può evitare di fermarci a fotografare. In fondo questi viaggi noi li facciamo per visitare i Paesi che attraversiamo, non per stabilire qualche record.
Altra cosa che ci dobbiamo abituare, oltre al fumo nei locali pubblici, l'uso di una moneta non nostra, continuando a fare il cambio per capire quanto costa la roba.
Arrivati a Pola abbiamo incontrato lo zio di Roberto davanti all'arena e ci ha accompagnato a casa sua dove siamo ospitati benissimo, un ringraziamento va a loro che ci hanno ospitato in modo fantastico mettendoci a disposizione la loro casa e ogni comodità

aug3   Giovedì 3 agosto 2006   Pola  

Oggi giornata di relax  e visita alla città di Pola.
Abbiamo potuto ammirare la bellissima Arena anche al suo interno, la chiesa poco più in la e i resti romani nella piazza della città rinvenuti da poco.
Una bella città, interessante.
L'ospitalità è fantastica e si mangia veramente bene anche se ci sono delle diversità rispetto a noi.
Ho scoperto che quando cucinano la pastina, il brodo lo cuociono a parte e la pasta dall'altra.Ci sono degli affettati strani, delle grosse salsicce, un incrocio tra il nostro prosciutto cotto e il wurstel, molto buono.Questo lo mangiano anche per colazione insieme a yogurt, marmellate ecc..
Ho scoperto inoltre che il peperone è chiamato paprica e che da loro è di un giallo chiarissimo.
I dolci sono spettacolari.
A cena sono venuti altri parenti per poterci incontrare e parlando delle nostre tappe successive, Refko ci ha dato delle dritte per percorrere meno chilometri e meno sali e scendi.Preso tutti gli appunti che ci servivano andiamo a dormire poiché la mattina la sveglia è presto


agos4    Venerdì 4 agosto 2006  Pola - Rijeka ( Fiume )  126 km   

Questa mattina piovigginava ma nonostante questo e l'invito della zia a rimanere, siamo dovuti partire, il nostro viaggio continua.
Così seguiamo i consigli di Refko e ci dirigiamo verso Divigno per andare verso l'interno invece che stare sulla costa. All'altezza di Jmin abbiamo trovato un cagnolino abbandonato, avrà avuto circa due mesi, tutto bagnato, non ho saputo resistere mi sono fermata e dopo avergli dato da mangiare ho svuotato una sacca davanti e lo ho infilato dentro portandolo con noi.Non è stata un'impresa da poco, perché poverino aveva paura e voleva saltare fuori dalla sacca. Anzi a dire il vero mi è saltato fuori rischiando di farsi schiacciare da me stessa. La mia fortuna è che si è messo a piovere così si è rintanato nella sacca e si è messo a dormire. Arrivati a S. Caterina ci siamo fermati in un negozietto a fare uno spuntino, e così abbiamo dato da mangiare e da bere anche a lui.Abbiamo poi comperato degli stracci per poterlo asciugare. Tutte le volte che lo tiravamo fuori dalla sacca il problema era farlo stare dentro quando ripartivamo, lui non voleva più starci, in braccio era più bello, il problema è pedalare con una bici carica e con in braccio un cane, cosa impossibile.
Chi ci vedeva rideva stupito della singolare sacca per cane pensando che era nostro, ma non sapevano che la realtà era tutta un'altra, addirittura ci hanno fotografati!
Era un cucciolo stupendo, ma dalle zampe si capiva che sarebbe cresciuto molto.
Fortunatamente ha dormito parecchio nella sua nuova cuccia, così siamo riusciti ad arrivare a Rijeka, più comunemente chiamata dagli italiani Fiume.
Il nostro problema non era solo il trasporto ma anche come superare le varie frontiere con un cane senza libretto sanitario e quindi senza vaccinazione, così volevamo trovare un veterinario per chiedere consiglio e nel caso non ci fosse soluzione lasciarlo per un’eventuale adozione, anche se questo non ci piaceva molto come soluzione.
Ci fermiamo così in un bar per chiedere informazioni per trovare un veterinario, ma visto l'abbigliamento e il carico sulla bici, la domanda della barista è nata spontanea, cosa ci serviva un veterinario? Cosi abbiamo spiegato la situazione, e questa ci afferma che se si lascia al veterinario questo dopo un mese, se non trova da affidarlo, lo sopprime. Ma che in caso c'è un’associazione che si occupa di queste cose di rivolgerci a loro. La sfortuna è che oggi è festa e non troveremmo nessuno così la ragazza si offre per tenerlo lei e poi portarglielo, ma un signore presente alla scena lo ha coccolato e ha poi deciso che lo avrebbe preso lui, le sue bambine hanno sempre sognato un cucciolo, gli avrebbe fatto una sorpresa. Non ci rimane che dargli le crocchette che avevamo comprato e chiedere per un campeggio ed andarcene.
Devo ammettere che la cosa non è stata facile, ormai c’eravamo affezionati e anche lui a noi ma purtroppo lo avremmo solo fatto soffrire, il viaggio è ancora lungo e non sappiamo ancora cosa ci aspetta, almeno così possiederà una casa. Mi stavo dimenticando, lo hanno chiamato Tempo, hanno detto che in lingua croata suona bene.
Seguendo le indicazioni datoci troviamo un campeggio fuori città.
Questo sarà l'evento di questo giro che non dimenticheremo mai, e quel cucciolo rimarrà sempre nel nostro cuore.
Intanto ricomincia a piovere e non possiamo neanche farci un piatto di minestra, così la nostra cena è carne in scatola, molto similare a quella per cani, ma la fame fa chiudere gli occhi e mangiare anche quella. 


agos5    Sabato 5 agosto 2006  Rijeka - Otocac   101 km  

Oggi abbiamo tentato di continuare via costa, il tempo è stupendo ma il vento è molto forte.La strada è stretta e il vento ci fa sbandare in modo molto pericoloso abbiamo dovuto anche fermarci più volte per non farci investire.
Il panorama è fantastico e l'isola di Krk vista da qui sembra un paesaggio lunare.
Il vento non si calma così decidiamo di abbandonare la costa e di portarci verso l'interno. Arrivati a Senj proseguiamo verso Otocac.
Superiamo così una salita molto lunga e una volta scesi dall'altra parte, davanti a noi, si presenta uno spettacolare altopiano, con case sparse e terreni coltivati. Qui non parlano l'italiano, anche perché il turismo di massa si ferma più che altro sulla costa ma ci facciamo capire lo stesso.
Trovato un negozio abbiamo preso i viveri per la cena, dell'acqua, il pane, due scatole di Rio Mare tonno e ripartiamo per Otacac.
A circa cinque km dal paese ci fermiamo in un prato un po' riparato alla vista dalla strada, speriamo che non arrivi nessuno.
In questa giornata abbiamo incrociato due matrimoni, anche qui si usa suonare il clacson passando in centro dei paesi e attaccare palloncini alla macchina, ma si usa anche sventolare la bandiera della Croazia, sembrava quasi che avessero vinto una partita di calcio.
I km d’oggi sono solo 101, ma il vento e la lunga salita per rientrare verso l'interno ci ha permesso di fare solo questo.

Fino a qui sono circa 948 km.                                                                                                                                                           

                                                                                                                
agos6   
Domenica 6 agosto 2006   Otocac - Maslenica   135 km

Questa notte abbiamo portato via tanto di quel freddo da mettere il maglione e di coprirci con il sacco a pelo.
 La sorpresa è arrivata però quando ci siamo alzati. Fuori c'era una nebbia e faceva un freddo da paura, si vedeva addirittura il fiato, così prima di partire ci siamo indossati oltre il maglione anche la giacchetta antipioggia, mentre per le gambe abbiamo usato gli scaldamuscoli, faceva proprio freddo!
Dopo colazione ci siamo fermati a fare spesa in un negozietto per poi ripartire.
Qui all'interno nessuno parla italiano così ci dobbiamo far capire a gesti, non siamo riusciti neanche a trovare un’affittacamere, visto il pochissimo turismo.
Fuori Otocac la strada sembrava chiusa, c'era un cartello a lato ma non si capiva se era ancora valido oppure era stato spostato perché era tornata funzionante.
Le macchine passavano avanti e indietro così abbiamo provato a proseguire, la nebbia non ci abbandonava e purtroppo neanche il freddo.
Ad un certo punto la strada s’interrompe e diventa sterrata. Incontriamo una signora e gli chiediamo se era la strada giusta.Questa mi fa capire che è in quelle condizioni per circa 1 km ma che è la strada giusta. Tutta questa conversazione non è stata così semplice ma tra gesti e indicazioni sulla cartina ci siamo capiti, in fondo parliamo tutti la stessa lingua.
Dai lavori che stanno facendo si capisce che stanno allargando la strada e che i lavori non sono ancora finiti.
All'interno della Croazia ci sono dei posti stupendi, poi qui è tutto un grosso altopiano e quindi non ci sono grandi dislivelli veramente fantastico.
Continuando la nostra avventura passiamo su una strada che attraversa un bosco, ad un certo punto mi accorgo che ci sono appesi agli alberi alcuni cartelli con una scritta croata ed il disegno di un orso, significherà che sono in giro da queste parti? Bene mancherebbe solo quello, anche una visita di un orso e poi questa mattina siamo a posto.
Fuori dal bosco un bellissimo altopiano dove finalmente all'alba delle 11 esce il sole.
Passiamo così tra un paesino e l'altro e notiamo che sulle facciate delle case ci sono ancora ben evidenti i buchi di proiettili, in altre erano stati stuccati, i segni della guerra sono evidenti tanto da iniziare a trovare i primi cartelli che segnalano i campi minati.
In alcuni punti le case sono state date a fuoco oppure completamente distrutte, passiamo anche in un paese dove sono rimaste solo le case distrutte e basta, un paese presente sulla cartina ma ormai morto.
Avevo letto che all'interno ci si trovano ancora campi minati e segni della guerra ma vederlo in prima persona è un'altra cosa.Più avanti case bombardate o prese a cannonate, tutto è impallinato, anche i pali della luce.
La guerra sarà pure finita ma qui i segni se li porteranno sempre con loro.
Continuiamo la nostra avventura e fuori Gracac ci aspetta una bella salita con circa 200 metri di dislivello con 8% di pendenza.
Il panorama mi riportava alla mente il margureis, stupendo. Anche qui le montagne non si sprecano.
In cima alla salita si apre davanti a noi un panorama fantastico, ma inizia a piovere così non ci rimane altro che coprirci e scendere sperando di lasciarci alle spalle quel grosso temporale che da un po' ci sta seguendo.
Davanti ai nostri occhi si può vedere un canyon stupendo mai visto nulla di simile.Arriviamo ad un bivio e decidiamo di proseguire verso il mare, così svoltiamo per Zadar per continuare poi su costa, almeno ci proviamo.
La strada che stiamo percorrendo sembra nuova o in ogni caso la hanno allargata da poco, a lato immensi prati, con al suo interno cartelli che avvisano della presenza anche lì di mine, impressionante 20 km tutti così.
Questa sera c’è andata di lusso, qui a Maslenica siamo riusciti a trovare un affitta camere, 25€ in due con vicino un ristorante. Non come ieri un piatto di minestra, un pezzo di formaggio e carne in scatola mangiati tra umidità e zanzare in mezzo ad un prato.


agos7    Lunedì 7 agosto 2006    Maslenica - Trogir   138 km

Questa mattina abbiamo incontrato una ragazza in bici con le sacche, lei però si è diretta verso la costa noi invece siamo rimasti all'interno fino a Sibenik.
Arrivati a Novigrad abbiamo sbagliato strada scendendo in paese, convinti che si poteva proseguire la strada anche da lì. Invece sorpresa siamo dovuti ritornare indietro facendoci una bella salita. Va bèh ormai quello che è fatto è fatto, così ci mettiamo a fare colazione e ci godiamo il bellissimo paesaggio e poi ripartiamo. Tra campi d'uva arriviamo a Benkovac e qui abbiamo un attimo di smarrimento. Volevamo percorrere la 56 per andare a vedere un parco, ma chi ci ha dato le informazioni  ci ha indicato la strada più corta per arrivare a Sibenik che è la strada 27. Peccato ma questi sono gli inconvenienti quando si parla a gesti. Arrivati a Sibenik decidiamo per passare all'interno perché per la costa è troppo lunga, ma l'inconveniente sono i 30 km in salita. A Sibenik abbiamo sbagliato ad un incrocio, ma questa volta è stato un bene così abbiamo trovato un centro commerciale grosso dove Roberto ha trovato dei pattini per la sua bici che li ha completamente consumati. Oltre a questo anche il temporale che ci ha preso durante la pausa pranzo che abbiamo fatto sotto una tettoia di una fermata del pullman, senza prendere neanche una goccia d'acqua.
Una volta finite le salite si poteva vedere il mare in un panorama fantastico. Da Trogir a Split tutte isole sparse ma vicine, un panorama fantastico.
All'interno del paese da Posedaje a Sibenik le case portano ancora i segni di pesanti bombardamenti. Per la prima volta ci capitano due ragazzetti su di un balcone con un fucile a piombini e questi prendono la mira e ci sparano, meno male che non avevano molta mira.
Il campeggio è un posto tranquillo e qui troviamo anche diversi italiani, sulla costa il turismo è molto sviluppato, cosa contraria all'interno.
Ah stavo dimenticando, nelle zone all'interno abbiamo giocato con dei bambini del posto, loro ci seguivano in bici e ci superavano divertendosi molto, si divertono con poco. Hanno delle bici tutte scassate e senza freni, ma per loro quello è un gioco fantastico. 


agos8     Martedì 8 agosto 2006    Trogir - Dugi Rat  49 km

Questa tappa la speravo più lunga ma visto che poteva andare peggio non mi lamento. Il problema delle donne è uguale ogni mese e quando si organizza un giro come questo bisogna metterlo in conto prima di partire.
Poteva andare peggio, visto che secondo i calcoli doveva capitarmi in Albania, invece mi è successo in Croazia in un bel campeggio pulito.
Non ho molto da dire se non che coglieremo l'occasione per fare bucato e per sistemare le bici.

agos9      Mercoledì 9 agosto 2006    Dugi Rat 

Oggi siamo rimasti in campeggio e come già detto abbiamo sistemato le bici, il bucato ecc.. Riposandoci, non si sta mica male, ammetto che così siamo veramente in ferie.

agos10     Giovedì 10 agosto 2006    Dugi Rat - Admiral Slavo   155 km
Oggi siamo ripartiti e visto i 155 km, affermerei che è andata bene.Acqua beccata solo di striscio e vento praticamente assente devo ammettere che ci hanno dato una mano.
Durante la nostra tappa ci ha superato un ciclista e molto dopo abbiamo incontrato due inglesi con i quali ci siamo fermati a parlare. Un po' a gesti siamo riusciti a capire che sono diretti a Dubrovnik e poi in Italia.
Questa sera abbiamo trovato un campeggio in un posto disperso dove non ci speravo neanche più. E qui sorpresa abbiamo ritrovato il ciclista della mattinata e gli inglesi trovati qualche ora prima. Mi viene da sorridere tanta fretta per superarci e poi siamo arrivati tutti allo stesso punto, devo ammettere noi ci mettiamo un po' a fare le nostre tappe ma durante la giornata scattiamo foto, ci godiamo il panorama e, perché no, ci riposiamo quando siamo stanchi.
Siamo passati da paesaggi di mare, a quelli di montagna, a quelli di pianure coltivate, veramente un bel Paese, e pensate che noi abbiamo visto solo una parte di questo fantastico Stato.
A questo punto ci mancano ancora otto giorni e poi siamo arrivati, se tutto va bene.
Siamo arrivati ad oggi a circa 1427 km ma all'appello ne mancano ancora molti.


ago11    
Venerdì 11 agosto 2006     Admiral Slavo - Budra   130 km

Anche oggi è capitato di tutto di più, ma siamo riusciti ad arrivare in Montenegro. Inizio da questa mattina.
Dopo vari sali e scendi siamo arrivati a Dubrovnik, una città dove la parte vecchia è molto bella. Fatta qualche foto siamo ripartiti alla volta della frontiera che giustamente è in salita e con vento contrario, che rompe le scatole più delle salite.
Abbiamo salvato anche una tartaruga, sembriamo i buoni samaritani.
La prima parte di Montenegro è tutta in piano e se il vento non ci soffiasse contro renderemmo molto di più.
Oggi per la prima volta abbiamo usato un mezzo di trasporto che non è la bici, ma un traghetto. Non abbiamo barato; non preoccupatevi.
Guardando la cartina abbiamo notato che la strada faceva un giro strano per seguire la rientranza del mare per poi ripassare quasi a fianco della strada su cui eravamo noi, sarebbe bastato un ponte. Arrivati nel punto dove le due coste sono più vicine abbiamo visto il traffico in coda per prendere il traghetto, tutti, macchine, pullman, camion, moto e così anche noi, ma vi assicuro che è stata l'unica volta e non abbiamo neanche tagliato tanti km.
Sia qui in Montenegro che in Croazia devo ammettere che i guardrail non sanno bene cosa siano, si trovano poche volte.
Il bello di questo Stato è che usano l'euro come moneta e che benzina e mangiare costa meno che da noi.
Budra è una grossa città e molto turistica dove la vita notturna è molto apprezzata.

ago12    Sabato 12 agosto 2006    Budra - Shkoder  139 km

Questa mattina ci siamo svegliati e pioveva, così siamo partiti in ritardo, abbiamo fatto colazione vicino al campeggio con delle buone briosh fresche tra giovani ancora in giro dalla sera prima e anche ubriachi.
Dopo pochi km dalla partenza siamo stati accolti da una bella sorpresa, la strada per Podgorica era tutta in salita, abbiamo risalito una montagna e l'orologio segnava 600 mt d'altitudine. Ma tutte le salite finiscono alla fine e così siamo riusciti ad arrivare in cima e finalmente a scendere. Siamo arrivati così su di un lago che abbiamo costeggiato tutto.Un bellissimo posto.
Ripartiamo per la frontiera con l'Albania, ma non ho ancora capito se c'è una frontiera anche sulla costa.
Seguendo i cartelli stradali siamo arrivati in una strada molto stretta in mezzo ad un bosco così ci siamo fermati per consultare una cartina ma un signore ci ha urlato " Albania sempre dritti."Continuiamo e Roberto fora, il cambio gomme più veloce della storia.Arrivati in frontiera troviamo molti tir e camion in coda, devo ancora capire da dove siano passati quelli.
Per passare bisogna pagare un Visto di 10 € a testa per il visto e così siamo in Albania. Devo ammettere che siamo tutto tranne che tranquilli. Addirittura molta gente usa ancora il calesse come mezzo di trasporto. All'entrata della prima città la strada diventa una sterrata piena di buchi e acqua, traffico ovunque, sembra di essere in un film. Fino ad ora non siamo riusciti a trovare un ufficio di cambio così abbiamo prelevato ad un bancomat.Adesso dobbiamo cercare un posto dove dormire.Passiamo le vie della città con l'imbrunire e le strade sembravano un bronx. Da ogni angolo uscivano ragazzi che ci urlavano frasi incomprensibili.Usciti dal paese ci siamo infilati in uno stradino e abbiamo piazzato la tenda in un campo un po' nascosto.
Speriamo che domani vada meglio.

ago13   Domenica 13 agosto 2006   Shkoder - Kavaje   128 km

Inizio a raccontare la giornata dalla notte poiché questa è stata un po' movimentata. Poco lontano da dove eravamo c'era un tendone dove stavano facendo una festa, pensavamo fosse una sagra estiva come da noi e non ci abbiamo dato peso.Finito di scrivere gli appunti della giornata mi sono addormentata subito nonostante la musica che proveniva dal tendone. Ma durante la notte veniamo svegliati da degli spari e delle voci vicino alla tenda.Non vi dico che paura, invece poi mi sono ricordata che hanno come usanza nei matrimoni di sparare. Mi avevano avvisato, festeggiano e ogni tanto, il motivo giusto non lo so, sparano dei colpi in aria, forse al posto dei fuochi d'artificio. Le voci invece erano di qualcuno che tornava a casa dalla festa e passava di lì per andare a casa. Molto probabilmente vista la tenda si sono messi a parlare tra loro ma nessuno si è avvicinato o ha fatto qualcosa a noi o alla tenda.In ogni caso inutile dirlo, non ho più chiuso occhio.
Alla mattina ripartiamo e il sole non tarda ad arrivare. Iniziano i problemi, Roberto buca di nuovo e il vento si mette a soffiarci contro. Le strade principali che portano alla capitale e a Durazzo sono migliorate ma per il resto sono ancora in alto mare. Nella pausa pranzo ci siamo fermati in un negozio alimentari e abbiamo conosciuto una famiglia che durante l'anno vive a Vicenza e per le ferie ritorna a casa. Parlando abbiamo chiesto se per caso c'è una frontiera per la Grecia sulla costa ma come avevo già capito dalla cartina non c'è e purtroppo bisogna lottare con le montagne.
Ringraziamo e ripartiamo per la nostra meta. Arrivati a Kavaje una coda infernale di macchine, guidano come pazzi la strada a due corsie si trasforma in quattro con una ruota sulla terra e si superano come dei forsennati.
Ci siamo dovuti fermare sotto una tettoia di un distributore di benzina in costruzione perché è arrivato il diluvio con un forte vento. La tettoia è alta e il vento dà una mano a fare arrivare l'acqua fino a noi. Fa freddo e Roberto mi abbraccia per potermi scaldare, ma da una macchina lì vicino scende un ragazzo e ci fa capire che è dovuto scendere perché alla sua mamma da fastidio il fumo, ci chiede di dove siamo e una volta detto che siamo italiani questo ci dice che lui vive in Inghilterra ma che sua sorella conosce bene l'italiano, poi saluta e torna in auto. Dopo un attimo sempre dalla stessa macchina scende una ragazza, parla l'italiano e c’invita a salire in auto con loro per ripararci dal freddo e dall'acqua, tanto anche loro sarebbero ripartiti finita la pioggia. Noi abbiamo ringraziato ma non abbiamo accettato, in caso aumentasse il freddo ci saremmo coperti, di non preoccuparsi. Lei insiste un po' e quando vede che non vogliamo disturbare mi porge il suo scialle così posso scaldarmi. Un gesto bellissimo che mi rimarrà impresso nella memoria per tutta la mia vita ed è il gesto che mi ha dato la conferma di quello che ho sempre pensato, in qualsiasi paese c'è il buono ed il cattivo, e che non si può farne di tutta l'erba, un fascio. Adesso che inizio a capire come funziona qui non sono più spaventata come prima, ho la stessa precauzione che negli altri Paesi, compresi l'Italia.
Per quello che abbiamo visto fino ad ora ci sono zone più povere altre un po' meno, le strade non sono in un bello stato e la gente ha ancora l'abitudine di buttare l'immondizia giù per le rive fuori casa ma in fondo anche qui era così. Ma quello che posso affermare che tutte le volte che ci fermiamo a chiedere a qualcuno informazioni siamo sempre stati aiutati, anzi se la persona che fermavamo non era sicura chiamava qualcun altro e via dicendo, non possiamo lamentarci.
Anzi vi dirò di più, poco prima di entrare in Albania c’eravamo fermati ad un incrocio per vedere se la strada era giusta, passa una macchina e si ferma poco più in la e il conducente ci viene incontro per farci i complimenti e per chiederci se avevamo bisogno di qualche cosa. Tutte queste cose mi hanno risollevato il morale.
Oggi ho anche avuto un piccolo problema, mi sembrava d’avere qualcosa in gola e pensavo che fosse una spina o dell'origano che cera sulla bistecca mangiata a mezzogiorno. Fatto sta che questa sera mi faceva veramente male e chiedo a Roberto se per favore mi guarda che cos'è, così saliamo in camera dopo   (finalmente siamo in un hotel) e mi guarda con una pila. Sorpresa ho una spina conficcata in gola, così prende delle pinzette, e.... sorpresa..... mi estrae una grossa spiga di grano. Si avete letto bene, non so come ho fatto ma sono contenta che sia riuscito a toglierla. Magari ieri mentre mangiavo nel campo mi è finita dentro nel piatto e visto che mangiamo all'aperto non mi stupisce.
Stavo giusto dicendo che siamo in albergo, finalmente. Non se ne vedono molti tranne che su questa strada e anche alberghi molto belli.
A conferma della mia teoria sui matrimoni abbiamo incontrato tantissimi cortei con gli sposi e alberghi e ristoranti con banchetti nuziali.

ago14   Lunedì 14 agosto 2006  Kavaje - Orikum   130 km

Anche oggi ne sono successe delle belle. Inizierò a raccontare della superstrada che abbiamo fatto in bici.
Stavamo pedalando tranquilli quando ad un certo punto la strada diventa a due corsie per senso di marcia e all'inizio di questa un bellissimo cartello blu con raffigurata, una macchina, di solito sta ad indicare strade per auto. Proseguiamo lo stesso e arrivati in un paesino, dopo un incrocio, la strada ritorna a due corsie con un bel cartello come da noi all'inizio delle tangenziali o super strade e quindi con un bel divieto a bici, pedoni, ecc.. Controllo sulla cartina e... non ci sono molte vie da poter sbagliare, quella era la strada che dovevamo fare noi e non ho visto altre possibilità. Non sono molto convinta metti che ci sia qualche altra strada da fare se ci fermano che casino verrebbe fuori, così ritorniamo in dietro ad un distributore di benzina e chiediamo informazioni ma ci viene risposto che siamo sulla strada giusta di proseguire pure, nello stupore gli ho fatto notare che il cartello proibiva il transito alle bici e il benzinaio mi ha risposto che non avevo altra scelta era l'unica strada. Così un po' preoccupati proseguiamo il nostro viaggio notiamo, con un po' di stupore che la gente aspetta il pullman su quella strada e per passare dalla parte opposta scavalcano le divisorie di cemento e attraversano, ma notiamo anche che ci sono le entrate e le uscite dalle case private che s’immettono direttamente lì. Quel cartello dei divieti non ha senso. Ogni tanto la strada terminava in un incrocio e poi riprendeva ad essere super strada ma non ha veramente senso. Non si può mettere questi divieti e non costruirgli una strada alternativa.
Ad un certo punto incontriamo una pattuglia di poliziotti e siccome non ci hanno fermato ho capito che quella strada per loro ha un valore del tutto normale.
Ad un certo punto la strada finisce e torna ad essere stretta come prima con dei buchi disumani, e i lavori in corso per la costruzione della continuazione della super strada, questa fatta con l'aiuto dell'Italia.
Arriviamo in un paesino e la strada è completamente sterrata, acqua e buchi ovunque, ai lati cumuli di ghiaia che serve per chiudere i buchi che si formano al centro.
Oppure dove la strada è asfaltata i buchi sono chiusi con il catrame dove sotto il sole si è trasformato come colla.
Vlore invece è una grossa città di mare, qui la vita rispetto all'interno cambia, si trova di tutto dal super - market al negozio di vestiti firmati, a quello di telefonia ecc.. la gente ha la sua vita normale va in spiaggia con la famiglia e i ragazzi escono in motorino con la propria compagnia niente di diverso da altri posti.
Continuiamo per Orikum costeggiando il mare, qui la strada è bella e anche l'acqua del mare è pulita.
Usciti da Orikum e percorsi alcuni km le cose cambiano, si ritorna tra le montagne, ricompaiono le mucche e nel torrentello a lato della strada le donne lavano i panni, l'acqua non so da dove arrivasse ma aveva una bella corrente.
Arrivati ad un certo punto la strada inizia a salire ma questo lo sapevamo già, domani ci attende una super salita così cerchiamo di portarci più avanti possibile per pedalare con il fresco l'indomani e superare il monte. Così dopo un po' abbiamo cercato un posto per dormire e dopo vari tentativi abbiamo trovano una strada sterrata sopra di quella che stavamo percorrendo, un bel posto con una magnifica vista e allo stesso tempo eravamo riparati dalla strada.

ago15   Martedì 15 agosto 2006  Orikum - dopo Lukove  80 km

Penso che questo ferragosto lo ricorderemo per un bel po'! Come già scritto ieri questa mattina ci attendeva una bella salita, ma pensavamo che fosse l'unica di tutto quello che c'era dopo n’eravamo allo scuro.
La prima è stata una salita con un dislivello da superare di 1050 mt dal mare in 12 km con punte di pendenza molto forti, ma con tenacia siamo riusciti ad arrivare in cima alla montagna. Il panorama durante la salita e in vetta è stato fantastico, così ci siamo fermati per riposarci dalla faticata. Poi con uno spettacolo del genere si poteva solo scattare delle belle foto. Una volta ripreso il viaggio abbiamo fatto la nostra discesa godendocela fino in fondo ma purtroppo è finita molto presto per lasciare lo spazio a nuove salite che ci  hanno accompagnato per il resto della giornata, insieme ad una strada diventata impercorribile si tribolava addirittura in discesa. Così la nostra meta la vedevo svanire sempre più, non riuscivamo a recuperare i km persi neanche nelle discese dove dovevamo frenare per non cadere. Per condire il tutto il sole oggi è potentissimo e come sempre in questi casi l'ombra neanche a pagarla.Per i nostri spuntini non abbiamo più niente tranne qualche biscotto secco e anche i soldi incominciano a scarseggiare, ma non penso che in mezzo a queste montagne troviamo un ufficio di cambio.
Devo ammettere che oggi ci sono stati dei momenti dove lo sconforto ha vinto, pochi soldi in mezzo a montagne che non finiscono mai e la preoccupazione che se le cose anche domani continuano così in Grecia arriveremo in ritardo e il rientro a casa e a lavoro pure.
Quello che mi ha salvata è Roberto sempre lì vicino pronto a sdrammatizzare e a calmare la situazione anche se anche lui sa benissimo che potrebbe finire veramente così, e inoltre a fatto sì che nei tratti più duri non cedessi mai alla tentazione di scendere dalla bici e spingere.
Il paesaggio è stupendo e il mare anche, cosa che ci ha aiutato un po' a distrarci dalle continue salite.
Anche questa sera non abbiamo trovato da lavarci ma solo uno spiazzo in mezzo agli ulivi per la tenda, così una volta ripresi dalla fatica, piazzato la nostra casa, ci siamo cucinati un ottimo riso, rilassati e andati a dormire anzi, adesso smetto di scrivere e vado a dormire. Domani speriamo che vada meglio.
Si può dire d’essere proprio in mezzo alla natura, mucche, asini, capre le puoi trovare addirittura in spiaggia poiché queste ultime si trovano a ridosso della montagna.


aug16  
Mercoledì 16 agosto 2006    Lukove - vicino a Soulopoulo   123 km

Devo dire che oggi è stato il contrario di ieri. Siamo riusciti ad arrivare in frontiera e a portarci alla meta della giornata anche qualcosa più in là.
Non pensiate che non abbiamo trovato salite o problemi ma abbiamo viaggiato bene nei tratti in piano e in discesa che abbiamo trovato.
Siamo quasi riusciti nella nostra impresa e se ci ripenso non ci credo ancora, ma i festeggiamenti li tengo per quando arriviamo ad Igoumenitsa.
Salite e caldo sono all'ordine del giorno ma i km iniziano a farsi sentire e le nostre ginocchia incominciano a lamentarsi la dura tappa di ieri ha influito molto, speriamo non sia nulla di grave.In Albania siamo rimasti anche senza soldi, gli ultimi li abbiamo spesi per due bottiglie d’acqua e una briosh, la nostra colazione. Così alla fine di un’estenuante salita ci siamo fermati in un distributore di benzina e abbiamo cercato qualcosa da mangiare. La crisi era arrivata e l'unica cosa che avevamo ancora era una scatoletta di tonno a testa, la fame è fame.Meno male che superata la frontiera abbiamo trovato dei chioschi che vendono da mangiare e si paga con l'euro così ci siamo rifocillati. Inizia a farsi pesante il non riuscire a lavarci, anche stasera in Grecia abbiamo dovuto accamparci alla buona, visto che non siamo riusciti a trovare ne campeggio ne albergo e purtroppo niente acqua.
Domani vedremo a che ora arriviamo e tentiamo di imbarcarci per l'Italia già la sera e se no albergo e via.
Sono molto contenta di essere sempre riuscita a rispettare le tappe o in ogni caso a recuperare i km il giorno successivo, anche quello fa parte del successo.
Sono stanca e adesso vado a dormire domani ci aspetta l'ultimo sforzo.

aug17   Giovedì 17 agosto 2006     Soulopoulo - Igoumenitsa   81 km

ARRIVO!!!! Non ci posso credere siamo riusciti veramente ad arrivare in Grecia partendo da casa, pioggia, nebbia, vento, salite, discese, sole cuocente niente ci ha fermato e siamo riusciti a coronare anche quest’avventura con un trionfo, fantastico.
Abbiamo trovato salite anche oggi e come di regola tutte sotto il sole, ma la cosa bella è che siamo riusciti a lavarci, magari non come in una doccia ma nel modo in cui eravamo conciati noi andava bene lo stesso. Nella pausa pranzo, ci siamo fermati in un paesino e dopo mangiato ci siamo messi a riposare all'ombra. Ad un certo punto si avvicina un signore e ci chiede se possiamo spostarci che se apriva l'acqua ci avrebbe bagnato.Vicino a noi c'era una fontana ma non eravamo riusciti a trovare il rubinetto.Era nascosto in una nicchia nel monumento.Il signore se n’andò e noi ci siamo lavati. Non è stato molto decoroso ma non ce la facevo più. Tutti questi giorni senza lavarmi era diventato insopportabile e così, cercando di recare meno danni possibili, ci siamo lavati per poi ripartire per la nostra meta. Vi giuro che dopo una lavata si pedalava meglio.
In fondo ad una bella discesa incontriamo una coppia austriaca, anche loro in bici, ma oltre al normale carico anche un bambino a testa non molto grandi, i quali stavano giocando con l'acqua mentre i loro genitori gli preparavano la pappa. Ci siamo fermati a parlare e prima di andare via gli abbiamo lasciato le nostre minestre e risotti a loro che non avevano ancora terminato il viaggio, n’avranno più bisogno di noi. Non li invidio gli aspetta una dura salita e con quel carico non sarà facile.
In quanto a noi siamo riusciti a trovare i biglietti per la sera stessa e rientrare in Italia, arriveremo a Brindisi domani mattina.
Siamo molto contenti e non ci sono espressioni per spiegare cosa si prova nel portare a termine un viaggio simile e non si riesce neanche a spiegare tutte le sensazioni che si provano mentre si compie, solo chi ha provato può capire, e per chi non ha provato dico solo che sono emozioni bellissime tutte da provare.


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